14 luglio 2011

Il tempo dell'addio

A Vellano si è conclusa la mia avventura in salita...

Cosa scandisce il tempo di un addio, intendo di quegli addii inaspettati e pertanto ancora più dolorosi?
Venerdì scorso, il mio addio alla salita (incredibile anche solo pensarci, fino ad allora) è stato scandito dal lampeggiare blu dell'ambulanza che mi portava a valle, dopo che me la son vista molto brutta mentre con tranquillità stavo andando a cena col fido gammino. Forse troppa tranquillità, visto che il cavalletto non era alzato completamente...


Alla fine, grazie alla solita pellaccia non ho niente di rotto, anche se non sono messo proprio benissimo.
E non son solo le ferite esterne a pulsare, quanto il mio amor proprio.
La mia avventura in salita, per ora, si chiude qui. Idem con prove in pista e allenamenti regolari.
Non prevedo un ritorno alle corse stradali, la salita mi ha chiamato tempo fa, adesso mi dice che, forse, è il caso di lasciare, dopo i due jolly pescati dal mazzo nelle ultime tre uscite (e vi assicuro che quello di Vellano è stato veramente, veramente grande).
E' difficile da spiegare, e già qualcuno mi ha espresso contrarietà, altri dubbi, qualcuno si è arrabbiato, irrimediabilmente deluso dall'atteggiamento rinunciatario del pilota su cui avevano investito tempo e pazienza.
Vi assicuro che è la prima cosa che abbandono in vita mia, e ne ho fatte di cose.
Posso imbrogliare chiunque, dicendo che in fondo capita, che nemmeno ero in gara come sostiene mia moglie, che una moto decente mi avrebbe impedito la partenza catastrofica.
Non posso imbrogliare me stesso : che senso ha vivere tutto l'anno settato in "modo-pilota", pensando quasi sempre e solo alla moto e alle corse, se poi non si è in grado nemmeno di gestire l'abc di un mezzo a due ruote??
Perchè guardandomi allo specchio io vedo ormai solo un cialtrone, quello che è caduto partendo col cavalletto abbassato; altro che pilota.
Sono fatto così :  van bene la goliardia e i discorsi davanti la macchinetta del caffè, ma sono fermamente convinto  che per atteggiarsi da pilota e fare questa attività, bisogna dimostrare un minimo di competenza e serietà, aldilà dei risultati sportivi, che nulla hanno a che fare con questa decisione.
In altre parole, per me lo status di pilota bisogna meritarselo. E' evidente che in questo momento poche persone lo meritano meno di me.
Si tratta di rivedere completamente il mio rapporto con motocicletta e sport; mi sono convinto che non ho più le energie nè le capacità psichiche per affrontare un calendario troppo concentrato che si dipana in due mesi che per me sono già critici sia professionalmente che in famiglia.
Ho già un progetto in chiave 2013, dopo che mi sarò separato dalle moto da salita.
Da fare con calma e solo con le giuste condizioni, ripartendo da capo per progredire piano piano.
Ringrazio la salita, triste ma assolutamente sereno, per le cose, tante, che mi ha dato; la ringrazio soprattutto per la pazienza e la leggerezza dei suoi avvertimenti. Ma ho recepito il messaggio e mi accommiato finchè sono in tempo. Continuerò quando possibile a bazzicare le salite, la sua gente.
Ringrazio e mi scuso con quanti sto inevitabilmente deludendo; spero abbiate capito che la più grande delusione è la mia, deluso da me stesso.
Vi farò sapere se si vive, e come, senza la salita.
Fate però come me, e continuate ad amarla anche quando, come in questo caso, impietosa vi sbatte in faccia la vostra inadeguatezza.
In fin dei conti, mica è colpa della salita....

9 commenti:

putredine ha detto...

ma dai, longa...
qualsiasi pilota fa cappelle di ogni ordine e grado!
proprio ora mi è passato per la mente biaggi quando fece un filotto in corsia box.
ti parlo in tutta franchezza, senza nasconderti che a correre nelle tue condizioni (economiche e logistiche) io avrei rinunciato da un pezzo.
tu non lo hai fatto e questo di dà spessore, come uomo di corse.
ma questa storia del cavalletto eletto a simbolo di inadeguatezza te la boccio senz'appello!
perciò lascia passare qualche giorno e ripensaci: se è arrivato il momento di smettere non può essere per aver imparato qualcosa.
;)
in bocca al lupo, che sia per la prossima gara o per qualunque altro gioco.
:)

JamesCN ha detto...

minchia, mauri, questa è grossa!
come prima cosa ti auguro di rimetterti subito, non in fretta, subito.
e tiro un sospiro di sollievo rileggendo che, in fondo e fortunatamente, non ti sei rotto alcun osso.
credo che più di tutto sia acciaccato l'orgoglio, in questo momento.
ciò che mi sento di dirti è: fermati, lecca le ferite, riposa, e poi, solo poi, decidi.
rispetterò ogni tua decisione, così come ho rispettato quella di Ivano, a suo tempo.
però, permettimi di dirti che se non sei un pilota VERO tu, chi altri può esserlo?
chi altri corre con la stessa tua passione, sfidando costantemente la sorte avversa, affrontando difficoltà e sfighe di ogni tipo?
come si dice dalle tue parti, è facile fare il buliccio col culo degli altri; è facile correre, magari anche piazzandosi bene, quando hai tutto perfetto o quasi, mezzo a postissimo, turni su turni di prove, km su e giù per i tracciati di gara nelle settimane precedenti per imparare ogni granello di sabbia.
è facile e magari anche tanto professionale. ma è freddo, tanto freddo. ti porta in casa un nutrito numero di trofei ma siamo sicuri che appaghi veramente, pienamente il tuo spirito?
la salita senza il longa è come la sacher senza marmellata, la birra senz'alcool, l'amore con una donna bellissima ma fredda (ed a cui magari puzza l'alito).
hai fatto una puttanata, chi non ne ha mai fatte?
tra l'altro, come dice il tuo comandante in capo, manco stavi in gara. e il fido gammino ne può nulla.
non ti dico di ripensarci, ti chiedo di non pensarci ora, a caldo, ma di aspettare, sereno, che il richiamo della salita torni a farsi sentire prepotente.
e ti riporti in sella.
un abbraccio grande.

ps: ma proprio ora che mi stavo organizzando per venire a supportarti???

sburbiz_marca ha detto...

Ciao. Non sono solito a postare commenti tanto per il gusto di farlo, di apparire, piuttosto quando sento che qualcosa dentro mi spinge a esternare i miei pensieri a riguardo. Io in moto ci vado da tanti anni, sin da piccolo ho respirato e vissuto in famiglia accanto a moto e motori.Per una serie di circostanze (non ultima la mancanza di pecunia..) non ho mai potuto fare il salto da motociclista della domenica a pilota, sebbene conosca qualche protagonista delle salite, mi piaccia quel mondo e l'aria che vi si respira. Per anni e tutt'oggi invidio chi partecipa, specie con pochi e risicati mezzi alle gare in salita e sono consapevole di quanti rischi in passato anch'io ho corso tirando un pelo oltre il consentito sulle strade aperte. Mi piacerebbe dirti di non mollare, ma capisco anche i meccanismi che si scatenano quando tutta una sequenza di avvenimenti ti cascano addosso.Non ti biasimo, anzi ammiro la tua schiettezza e spero che tu almeno rimanga legato affettivamente alla salita. Tanti auguri per tutto il resto!

LauraRGV ha detto...

Longa quando si va piano succedono i disastri peggiori, non sei il primo e di certo non sarai l'ultimo! Stai su, l'importante è non essersi fatti nulla ;)

paoloroversi ha detto...

Maurizio, allora,
se decidi di mollare perchè il calendario è troppo fitto o gli impegni lavorativi e familiari non lo consentono ok, ma se è perchè sei partito col cavalletto giù, non lo accetto granchè.

A parte che come han già detto gli altri è una cosa che puo’ capitare a chiunque, ma sopratutto non c’entra una mazza col discorso “pilota”.
Se come dici tu sei “solo un cialtrone, quello che è caduto partendo col cavalletto abbassato” allora smetti in generale di andare in moto, qualsiasi moto e in qualsiasi condizione, perchè “ti manca l’abc”, e il motociclismo non fa per te

Ovviamente la mia è una provocazione perchè al netto del disappunto e del dolore fisico di questi momenti, la tua scelta non credo sia realmente motivata dalla questione cavalletto.

“lo status di pilota bisogna meritarselo”.......e allora io cosa dovrei dire dopo le 2 botte tirate a Sillano e la sfiga dell’infortunio di quest’anno????
dovrei lasciar perdere e fare altro, credi che non c’abbia pensato???
e invece ho deciso di no, perchè io ho ancora voglia di fare le gare in salita e non vedo l’ora di tornare!

Se a te è venuta a mancare questa voglia posso anche comprenderlo, ma non comprendo che la motivazione sia la banalissima faccenda del cavalletto.

Prenditi un attimo di tempo, cura le ferite, ragiona a mente fredda e valuta, ma per piacere non inventarti scuse, perchè non ne hai bisogno: io avrò stima di te qualsiasi sia la tua scelta

Un abbraccio
Paolo

paoloroversi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Il Longa ha detto...

Cari amici di vecchia e nuova data,
vi ringrazio per le belle parole e l'incoraggiamento.
Però, aldilà del bene che potete volermi, e del quale sono veramente grato, non credo si possa sfuggire la realtà o trovare alibi solo perchè questa cosa è successa ad un amico.
Posso anche ammettere che magari è la classica goccia, però a quanti abbiamo detto in passato "lascia perdere, che non è per te", e non dall'alto di qualsiasi supponenza, ma perchè umanamente preoccupati?
Adesso è il mio turno, e se non lo volete dire voi, me lo dico da solo. Come in tutte le cose, disegno una linea immaginaria da non valicare; questo giro l'ho superata eccome.
Paolo, in effetti il piano è quello di azzerare tutto, non per lasciare perdere, ma per ricominciare da capo, con altri mezzi, contesti e presupposti.
Per come ho affrontato le salite in questi anni (parlo sotto il profilo mentale) non posso semplicemente far finta di nulla; non ci riesco.
Però credetemi, sono assolutamente sereno e determinato.
E temo per voi che sia la volta buona per prendere in mano seriamente e con continuità questo blog....

Alessandro ha detto...

Mi dispiace molto!

befy ha detto...

Trovo che la tua decisione sia giusta,solo tu puoi capire come ci si sente e poi-sarò fatalista- si aspetta sempre un segnale e bisogna capire quando e' quello giusto.