20 giugno 2010

Com'è dura l'avventura...

Racconto semitragico dei dieci giorni di Carpasio…


Il mio calvario carpasino comincia dieci giorni prima della gara imperiese : strappato coi denti al lavoro e alla famiglia un sudatissimo giorno di ferie, vado a girare a Vairano di Vidigulfo; giornata ottimale, poca gente, moto (Aprilia) che fila che è un piacere… per sei giri, perché al settimo inchiodo il motore.
Cose che capitano, per non perdere la giornata tiro giù dal furgone il Suzuki Gamma 250 (mai usato in pista) e provo a vedere come va. Andare, va piuttosto bene, i noti problemi a forcella e freni riesco in qualche modo ad aggirarli, restano due gomme in mescola ormai ridotte a slick, ma non mi disturbano più di tanto.

La sera porto l’Aprilia da Valenghi per le cure del caso, e arrivo a casa dopo mezzanotte; il sabato sono a provare a Carpasio col fido gammino, la strada è molto bella, la moto va bene.

Sette giorni dopo, eccomi accampato sulle pendici del colle S.Bernardo, a togliere targa, specchi e fari al Suzuki, e ad appiccicare tabelle e numeri; il Sabato mattina riesco persino a costruire due tappi per i manubri come intimato dall’inflessibile commissario.

 Ben altra sorte avrebbe meritato l'esordio forzato in gara con il fido Suzukino...


Sono carico ed ottimista per le prove del pomeriggio, convinto addirittura che con questa moto sarò più veloce di almeno un secondo e mezzo al minuto rispetto all’Aprilia, che sto vituperando da una settimana. E invece…
Invece succede che le pecche all’anteriore in un tracciato stradale come quello di Carpasio esplodono in tutta la loro gravità, costringendomi ad un passo poco più che turistico; come regolazioni sono alla fine, le gomme sono le solite, non c’è molto che io possa fare.
Mi consolo come posso alla festa del Sabato sera, presago che sarà una Domenica difficile, ormai quasi rassegnato al punto che Luca mi tira giù dal furgone alle otto e mezzo (di solito alle sette meno qualcosa sono in piedi…).
Prove del mattino, non cambia la musica, esacerbata anzi dagli strapazzi alcolici della sera prima. Pausa pranzo e… piove.
Alla grande!!
Non vi dico la fatica per stare in piedi durante la prima salita, arrivo al traguardo con le gomme ancora fredde a dopo aver fatto una curva con il piede sotto la moto per tenerla su; seconda manche un po’ meglio, dei tempi non voglio nemmeno parlare, inevitabile a sera tirare le somme.
Somme che ovviamente non tornano nè soddisfano, e ci mancherebbe dopo tre giorni di supplizio; è qui che scatta il meccanismo di cui facevo cenno all'inizio.
La mia unica reazione è quella di guardare avanti, a tempi inevitabilmente destinati ad essere migliori.
E convincersi che la prossima corsa andrà alla grande, magari recuperando la moto “titolare”; cosa avvenuta l’altro ieri sera dopo un pomeriggio di lavoro di San Daniele Valenghi, che mi ha prestato tutti i pezzi tritati nell’incidente di Vairano.
E così, ancora una volta in maniera assolutamente irrazionale ma determinatissima, ci diamo appuntamento per una grande gara in salita a Isola del Liri.
Chi vivrà, vedrà…

2 commenti:

paoloroversi ha detto...

Non ero a conoscenza delle svariate vicissitudine pre-gara, ma in ogni caso ti devo dire che il Sabato sera eri davvero splendido!! :-)))

Ci si vede a Frosinone!

Il Longa ha detto...

Grazie carissimo, vedremo di replicare a Isola, ma il Venerdì...