Quanto bisogna essere folli per buttarsi a 200 di media nel circuito più insidioso del mondo?? Forse neanche un po’….
Per la modica cifra di 12 sterline e mezzo a testa si può provare l’ebbrezza della palla, l’attrazione più frequentata di tutte le giostre che punteggiano il lungomare di Douglas; una gabbia sferica dove si siedono due persone, che viene sparata a una trentina di metri di altezza da due mega elastici tipo bungee, per poi arrotolarsi su se stessa mentre ridiscende e risale per l’effetto elastico.
Sono comodamente seduto su di una panchina sotto la palla insieme al mio amico Stefano Bonetti; ieri Stefano ha girato al TT per la prima volta sotto i 19 minuti, primo giro (da fermo) in 18’55”, ad una media di oltre 192 chilometri orari. Stefano è alla terza partecipazione ad un TT, ed ha al suo attivo numerosi piazzamenti nei primi 30, con un 15° come migliore. Nell’immaginario motociclistico è reputato ovviamente un folle, uno scriteriato senza cervello che scatena istinti omicidi brandendo la manopola del gas invece che un’ arma da fuoco; un aspirante suicida, ad imitazione degli oltre 200 piloti che sul tracciato di montagna hanno perso la vita ; un attore volontario della mattanza su due ruote che dal lontano 1907 qui si perpetua ogni anno.
La realtà è ben diversa; Stefano è un talentuoso della moto, l’italiano più veloce di sempre al Tourist Trophy, nonostante le sue partecipazioni siano segnate dalle ristrettezze di budget e dalle dotazioni tecniche non proprio all’ultimo grido.
Soprattutto, Stefano è tutto fuorchè folle; torniamo alla palla.
Comodamente seduti sulla nostra panchina, cominciamo a sghignazzare; non per il nuovo record di Stefano, ma perché nella palla si stanno accomodando i primi due dei quattro componenti del team, che ieri incautamente hanno scommesso con Stefano che non sarebbe sceso sotto i 19 minuti. Chi perde va sulla palla, ed ecco i primi 2 malcapitati che roteando schizzano più in alto dei tetti degli alberghi della Promenade. I ragazzi fanno i brillanti, e ostentano un divertimento chiaramente smentito dai coloriti pallidi dei loro visi.
Si prepara il secondo lancio, e dico a Stefano che nemmeno se mi pagassero andrei sulla palla; il mio pilota preferito mi conferma che per lui è lo stesso.
Adesso è tutto chiaro; non può esistere una pazzia assoluta ed universale, ma tante sfaccettature che prendono il carattere della normalità o del rischio a seconda dell’angolo da cui le si considera.
Guardo Stefano, serafico quando nella corsia di partenza si cala la visiera, e penso che è da pazzi lanciarsi in pieno giù da Bray Hill.
Stefano guarda me, che di solito fischio un motivetto durante i miei quotidiani decolli, e pensa che sono matto a lavorare come collaudatore di aeroplani.
Tutti e due guardiamo in su, verso la palla, dove gli ultimi due penitenti si stanno veramente divertendo un sacco, e pensiamo che bisogna essere completamente pazzi per farsi sparare in alto da due elastici.
A seconda di chi guarda, il matto è il corridore del TT, il pilota professionista o i padri di famiglia che infoltiscono la nutrita fila per salire sull'attrazione dell'anno.
A 12 sterline e mezzo a testa, l’unico qui che non si può definire matto è il gestore della palla.
PS
Due sere dopo è toccato a Stefano salire sulla palla, visto che per la gara conclusiva si era rinnovata la scommessa su un tempo di 18’40”, mancato per soli 6 secondi… Inutile dirvi che l’abbiamo dovuto cacciare sul malefico attrezzo quasi a forza, e che lui si sarebbe fatto molto più volentieri altri 6 giri a manetta sul circuito del mountain.
18 giugno 2007
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