I curvoni di Zambla ci hanno portato via un giovane campione, una delle due rivelazioni di quest'anno, soprattutto un ragazzo di vent'anni che io ricordo sempre allegro e molto educato. L'anno scorso a Bazzano, quando ho avuto occasione di farci una chiaccherata e di conoscerlo meglio, era positivo ed equilibrato nonostante si stesse giocando all'ultima gara il campionato della 125.
Di fronte all'enormità di certe tragedie è naturale cercare una ragione, chiedendosi perchè.
Quelli che hanno molta fede, troveranno una risposta in imperscrutabili disegni divini. Gli scettici parleranno di fatalità. I tecnici cercheranno spiegazioni razionali tirando in ballo traiettorie e quant'altro. Gli umanisti disserteranno di psicologia.
Io non ho risposte, nè voglio cercarne.
Semplicemente, rifiuto spiegazioni per quanto logiche o suggestive, di fronte a fatti tanto assurdi; non accetto giustificazioni di sorta, quando l'epilogo è lo sradicamento di una vita in queste circostanze. Il mio pensiero piuttosto va ai familiari di Simone, potendo solo intuire il dolore che li accompagnerà d'ora in poi.
Parole, motivazioni ed altro non ci restituiranno Simone, perchè la realtà a volte è cattivissima e ti sbatte in faccia che si può morire in salita, anche se tentiamo di dimenticarcene (l'ultima fatalità, nel 2003, è accaduta in identica maniera).
Credo anche che l'unico modo che abbiamo per onorarne la memoria è quello di smettere definitivamente di provare i percorsi a strada aperta; tutti quanti, senza eccezioni.
Per Simone, ma anche per noi stessi, per le nostre famiglie, per la salita.
11 settembre 2011
14 luglio 2011
Il tempo dell'addio
A Vellano si è conclusa la mia avventura in salita...
Cosa scandisce il tempo di un addio, intendo di quegli addii inaspettati e pertanto ancora più dolorosi?
Venerdì scorso, il mio addio alla salita (incredibile anche solo pensarci, fino ad allora) è stato scandito dal lampeggiare blu dell'ambulanza che mi portava a valle, dopo che me la son vista molto brutta mentre con tranquillità stavo andando a cena col fido gammino. Forse troppa tranquillità, visto che il cavalletto non era alzato completamente...
Alla fine, grazie alla solita pellaccia non ho niente di rotto, anche se non sono messo proprio benissimo.
E non son solo le ferite esterne a pulsare, quanto il mio amor proprio.
La mia avventura in salita, per ora, si chiude qui. Idem con prove in pista e allenamenti regolari.
Non prevedo un ritorno alle corse stradali, la salita mi ha chiamato tempo fa, adesso mi dice che, forse, è il caso di lasciare, dopo i due jolly pescati dal mazzo nelle ultime tre uscite (e vi assicuro che quello di Vellano è stato veramente, veramente grande).
E' difficile da spiegare, e già qualcuno mi ha espresso contrarietà, altri dubbi, qualcuno si è arrabbiato, irrimediabilmente deluso dall'atteggiamento rinunciatario del pilota su cui avevano investito tempo e pazienza.
Vi assicuro che è la prima cosa che abbandono in vita mia, e ne ho fatte di cose.
Posso imbrogliare chiunque, dicendo che in fondo capita, che nemmeno ero in gara come sostiene mia moglie, che una moto decente mi avrebbe impedito la partenza catastrofica.
Non posso imbrogliare me stesso : che senso ha vivere tutto l'anno settato in "modo-pilota", pensando quasi sempre e solo alla moto e alle corse, se poi non si è in grado nemmeno di gestire l'abc di un mezzo a due ruote??
Perchè guardandomi allo specchio io vedo ormai solo un cialtrone, quello che è caduto partendo col cavalletto abbassato; altro che pilota.
Sono fatto così : van bene la goliardia e i discorsi davanti la macchinetta del caffè, ma sono fermamente convinto che per atteggiarsi da pilota e fare questa attività, bisogna dimostrare un minimo di competenza e serietà, aldilà dei risultati sportivi, che nulla hanno a che fare con questa decisione.
In altre parole, per me lo status di pilota bisogna meritarselo. E' evidente che in questo momento poche persone lo meritano meno di me.
Si tratta di rivedere completamente il mio rapporto con motocicletta e sport; mi sono convinto che non ho più le energie nè le capacità psichiche per affrontare un calendario troppo concentrato che si dipana in due mesi che per me sono già critici sia professionalmente che in famiglia.
Ho già un progetto in chiave 2013, dopo che mi sarò separato dalle moto da salita.
Da fare con calma e solo con le giuste condizioni, ripartendo da capo per progredire piano piano.
Ringrazio la salita, triste ma assolutamente sereno, per le cose, tante, che mi ha dato; la ringrazio soprattutto per la pazienza e la leggerezza dei suoi avvertimenti. Ma ho recepito il messaggio e mi accommiato finchè sono in tempo. Continuerò quando possibile a bazzicare le salite, la sua gente.
Ringrazio e mi scuso con quanti sto inevitabilmente deludendo; spero abbiate capito che la più grande delusione è la mia, deluso da me stesso.
Vi farò sapere se si vive, e come, senza la salita.
Fate però come me, e continuate ad amarla anche quando, come in questo caso, impietosa vi sbatte in faccia la vostra inadeguatezza.
In fin dei conti, mica è colpa della salita....
Cosa scandisce il tempo di un addio, intendo di quegli addii inaspettati e pertanto ancora più dolorosi?
Venerdì scorso, il mio addio alla salita (incredibile anche solo pensarci, fino ad allora) è stato scandito dal lampeggiare blu dell'ambulanza che mi portava a valle, dopo che me la son vista molto brutta mentre con tranquillità stavo andando a cena col fido gammino. Forse troppa tranquillità, visto che il cavalletto non era alzato completamente...
Alla fine, grazie alla solita pellaccia non ho niente di rotto, anche se non sono messo proprio benissimo.
E non son solo le ferite esterne a pulsare, quanto il mio amor proprio.
La mia avventura in salita, per ora, si chiude qui. Idem con prove in pista e allenamenti regolari.
Non prevedo un ritorno alle corse stradali, la salita mi ha chiamato tempo fa, adesso mi dice che, forse, è il caso di lasciare, dopo i due jolly pescati dal mazzo nelle ultime tre uscite (e vi assicuro che quello di Vellano è stato veramente, veramente grande).
E' difficile da spiegare, e già qualcuno mi ha espresso contrarietà, altri dubbi, qualcuno si è arrabbiato, irrimediabilmente deluso dall'atteggiamento rinunciatario del pilota su cui avevano investito tempo e pazienza.
Vi assicuro che è la prima cosa che abbandono in vita mia, e ne ho fatte di cose.
Posso imbrogliare chiunque, dicendo che in fondo capita, che nemmeno ero in gara come sostiene mia moglie, che una moto decente mi avrebbe impedito la partenza catastrofica.
Non posso imbrogliare me stesso : che senso ha vivere tutto l'anno settato in "modo-pilota", pensando quasi sempre e solo alla moto e alle corse, se poi non si è in grado nemmeno di gestire l'abc di un mezzo a due ruote??
Perchè guardandomi allo specchio io vedo ormai solo un cialtrone, quello che è caduto partendo col cavalletto abbassato; altro che pilota.
Sono fatto così : van bene la goliardia e i discorsi davanti la macchinetta del caffè, ma sono fermamente convinto che per atteggiarsi da pilota e fare questa attività, bisogna dimostrare un minimo di competenza e serietà, aldilà dei risultati sportivi, che nulla hanno a che fare con questa decisione.
In altre parole, per me lo status di pilota bisogna meritarselo. E' evidente che in questo momento poche persone lo meritano meno di me.
Si tratta di rivedere completamente il mio rapporto con motocicletta e sport; mi sono convinto che non ho più le energie nè le capacità psichiche per affrontare un calendario troppo concentrato che si dipana in due mesi che per me sono già critici sia professionalmente che in famiglia.
Ho già un progetto in chiave 2013, dopo che mi sarò separato dalle moto da salita.
Da fare con calma e solo con le giuste condizioni, ripartendo da capo per progredire piano piano.
Ringrazio la salita, triste ma assolutamente sereno, per le cose, tante, che mi ha dato; la ringrazio soprattutto per la pazienza e la leggerezza dei suoi avvertimenti. Ma ho recepito il messaggio e mi accommiato finchè sono in tempo. Continuerò quando possibile a bazzicare le salite, la sua gente.
Ringrazio e mi scuso con quanti sto inevitabilmente deludendo; spero abbiate capito che la più grande delusione è la mia, deluso da me stesso.
Vi farò sapere se si vive, e come, senza la salita.
Fate però come me, e continuate ad amarla anche quando, come in questo caso, impietosa vi sbatte in faccia la vostra inadeguatezza.
In fin dei conti, mica è colpa della salita....
7 marzo 2011
FUORI DAL LETARGO!!!
Sarà la primavera imminente (almeno qui), sarà che è iniziata la superbike, sarà che sono in astinenza da Ottobre, sarà che qui le uniche moto che vedo in giro sono Hayabusa rosa con Barbie aerografate, ma è tempo di uscire dal letargo invernale!! A modo mio...
"Porca miseria Viviani, per una volta che rimedio una moto per correre, guarda in che casino siamo..."
"Che vuoi che ti dica, il gommista un 180 ce l'ha pure, ma dobbiam trovare un cerchio"
"Certo, è pieno di cerchi qui, aspetta che cerco un albero e vedo se son maturi a puntino"
E quasi quasi ci vado davvero, nei prati di Radicondoli, a cercare un cerchio che monti una gomma almeno minimamente adeguata alla bisogna. In realtà mi levo dal mio misero paddock solo per non aver davanti agli occhi, almeno per cinque minuti, il mio ennesimo cruccio in salita.
Il CBR del '93 non ha grandi colpe, poveraccia, al di fuori di essere dotata di un posteriore da 140 con gomma Pirelli MT; possibile che per me la salita debba essere sempre sinonimo di tribulate??
Riuscirò mai a godere appieno della bellezza dei luoghi, della dolcezza della stagione, dell'amicizia dei piloti, senza essere preso dalle miserie ed angustie di non essere mai tecnicamente a posto, mai in orario, mai dotato degli atrezzi e dei ricambi necessari??
Come ho fatto a farmi convincere ad usare questa moto, che non ho mai neppure provato nè, ovviamente, preparato a dovere??
Non ho ancora capito che non mi diverto a creare i tappi del manubrio sul ciglio di una strada usando rami di nocciolo e nastro isolante??
Mi verrebbe quasi da piangere, meno male c'è il Viviani a risollevarmi, lo vedo ripartire a caccia di un cerchio; ma subito sono distratto da un canto maschile che sembra levarsi dall'alto dell'antica rocca di Radicondoli...
...e che invece come ogni mattina da un pò di tempo a questa parte si leva dagli altoparlanti della moschea dietro casa, 5.35 puntuale, e che almeno oggi mi riporta alla realtà di una Abu Dhabi che piano piano si risveglia.
Regalandomi il solito bel tempo, la solita levataccia, la solita colazione, il solito bel panorama sulla spiaggia della Corniche.
Oggi regalandomi anche, e soprattutto, la certezza di aver sognato, e quella, finalmente, di essermi dotato di qualcosa di competitivo per la stagione ormai prossima.
L'amicizia del Viviani, quella è vera.
E visto il tenore dei sogni, è ora che torni a casa...
"Porca miseria Viviani, per una volta che rimedio una moto per correre, guarda in che casino siamo..."
"Che vuoi che ti dica, il gommista un 180 ce l'ha pure, ma dobbiam trovare un cerchio"
"Certo, è pieno di cerchi qui, aspetta che cerco un albero e vedo se son maturi a puntino"
E quasi quasi ci vado davvero, nei prati di Radicondoli, a cercare un cerchio che monti una gomma almeno minimamente adeguata alla bisogna. In realtà mi levo dal mio misero paddock solo per non aver davanti agli occhi, almeno per cinque minuti, il mio ennesimo cruccio in salita.
Il CBR del '93 non ha grandi colpe, poveraccia, al di fuori di essere dotata di un posteriore da 140 con gomma Pirelli MT; possibile che per me la salita debba essere sempre sinonimo di tribulate??
Riuscirò mai a godere appieno della bellezza dei luoghi, della dolcezza della stagione, dell'amicizia dei piloti, senza essere preso dalle miserie ed angustie di non essere mai tecnicamente a posto, mai in orario, mai dotato degli atrezzi e dei ricambi necessari??
Come ho fatto a farmi convincere ad usare questa moto, che non ho mai neppure provato nè, ovviamente, preparato a dovere??
Non ho ancora capito che non mi diverto a creare i tappi del manubrio sul ciglio di una strada usando rami di nocciolo e nastro isolante??
Mi verrebbe quasi da piangere, meno male c'è il Viviani a risollevarmi, lo vedo ripartire a caccia di un cerchio; ma subito sono distratto da un canto maschile che sembra levarsi dall'alto dell'antica rocca di Radicondoli...
...e che invece come ogni mattina da un pò di tempo a questa parte si leva dagli altoparlanti della moschea dietro casa, 5.35 puntuale, e che almeno oggi mi riporta alla realtà di una Abu Dhabi che piano piano si risveglia.
Regalandomi il solito bel tempo, la solita levataccia, la solita colazione, il solito bel panorama sulla spiaggia della Corniche.
Oggi regalandomi anche, e soprattutto, la certezza di aver sognato, e quella, finalmente, di essermi dotato di qualcosa di competitivo per la stagione ormai prossima.
L'amicizia del Viviani, quella è vera.
E visto il tenore dei sogni, è ora che torni a casa...
30 dicembre 2010
Anno nuovo, vita nuova
Grandi aspettative per il 2011, dopo la pubblicazione del calendario. Sicuramente per me sarà un anno diverso...
Domani è l'ultimo dell'anno, tempo di bilanci acquisiti e preventivi; della stagione 2010, preferisco non parlare : ormai è discorso chiuso ed archiviato.
Della stagione che verrà, cosa dire?
FMI ha pubblicato un calendario quanto mai corposo e interessante : otto gare otto (non accadeva da anni) piuttosto ben spaziate, possibilità di uno scarto, nuova arrivata una gara in Umbria che avrà subito titolarità, ciliegina sulla torta l'appuntamento finale di Oneta che varrà come campionato europeo.
C'è di che stare allegri, e ringraziare mamma Federazione per l'evidente impegno profuso nella specialità: in caso verrà anche confermata la licenza ridotta, i motivi per mugugnare saranno davvero pochi.
Se si riusciranno a disputare tutte le gare in programma (negli ultimi due anni non è mai successo), ci troveremo con un campionato lungo ed impegnativo, in pratica 4 mesi di attività ben scandita. Roba dell'altro mondo. Potranno non piacere le date, la cadenza quattordicinale, gli scarti; ma indubbiamente si tratta di un campionato di fisionomia ben diversa da quanto visto negli ultimi anni, una nuova dimensione agonistica decisamente più probante e continua con la quale confrontarsi.
Per me la novità sarà totale : reciso il cordone ombelicale con le amate due tempi (solo in salita, però), tenetrò di non fare proprio la figura del fesso in sella ad un coso monocilindrico 4 tempi che mi dicono andrebbe guidato di traverso. Bella roba, per uno come me; pilota indubbiamente lento, sicuramente pulito nella guida.
Al cronometro l'ardua sentenza.
In alto a sinistra, si scorge la casa dove abiterò fino a fine Marzo. Niente da dire sul clima, ma la moto è a sei ore di aeroplano, e non ho vacanze prima della primavera...
Un 2011 differente sotto ogni aspetto dunque, e per non farci mancare nulla, l'abbiamo amticipato nel segno della novità assoluta : da due settimane sono negli Emirati Arabi Uniti, dove resterò fino alla primavera.
Perdonate se non ci saranno molti aggiornamenti di queste pagine, farò del mio meglio, ma qui la moto, sempre presente nei miei pensieri, non riesce comunque ad ispirarmi granchè; vuoi per la mancanza di materia prima, o per i 4500 chilometri che ahimè ci separano.
Vorrà dire che nel poco tempo libero (son qui a lavorare...) mi godrò il caldo estivo e le spiagge, misero palliativo in attesa di infilare di nuovo la tuta e smanacciare un pò il gas.
Buon anno a tutti.
Domani è l'ultimo dell'anno, tempo di bilanci acquisiti e preventivi; della stagione 2010, preferisco non parlare : ormai è discorso chiuso ed archiviato.
Della stagione che verrà, cosa dire?
FMI ha pubblicato un calendario quanto mai corposo e interessante : otto gare otto (non accadeva da anni) piuttosto ben spaziate, possibilità di uno scarto, nuova arrivata una gara in Umbria che avrà subito titolarità, ciliegina sulla torta l'appuntamento finale di Oneta che varrà come campionato europeo.
C'è di che stare allegri, e ringraziare mamma Federazione per l'evidente impegno profuso nella specialità: in caso verrà anche confermata la licenza ridotta, i motivi per mugugnare saranno davvero pochi.
Se si riusciranno a disputare tutte le gare in programma (negli ultimi due anni non è mai successo), ci troveremo con un campionato lungo ed impegnativo, in pratica 4 mesi di attività ben scandita. Roba dell'altro mondo. Potranno non piacere le date, la cadenza quattordicinale, gli scarti; ma indubbiamente si tratta di un campionato di fisionomia ben diversa da quanto visto negli ultimi anni, una nuova dimensione agonistica decisamente più probante e continua con la quale confrontarsi.
Per me la novità sarà totale : reciso il cordone ombelicale con le amate due tempi (solo in salita, però), tenetrò di non fare proprio la figura del fesso in sella ad un coso monocilindrico 4 tempi che mi dicono andrebbe guidato di traverso. Bella roba, per uno come me; pilota indubbiamente lento, sicuramente pulito nella guida.
Al cronometro l'ardua sentenza.
In alto a sinistra, si scorge la casa dove abiterò fino a fine Marzo. Niente da dire sul clima, ma la moto è a sei ore di aeroplano, e non ho vacanze prima della primavera...
Un 2011 differente sotto ogni aspetto dunque, e per non farci mancare nulla, l'abbiamo amticipato nel segno della novità assoluta : da due settimane sono negli Emirati Arabi Uniti, dove resterò fino alla primavera.
Perdonate se non ci saranno molti aggiornamenti di queste pagine, farò del mio meglio, ma qui la moto, sempre presente nei miei pensieri, non riesce comunque ad ispirarmi granchè; vuoi per la mancanza di materia prima, o per i 4500 chilometri che ahimè ci separano.
Vorrà dire che nel poco tempo libero (son qui a lavorare...) mi godrò il caldo estivo e le spiagge, misero palliativo in attesa di infilare di nuovo la tuta e smanacciare un pò il gas.
Buon anno a tutti.
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